Sul futuro prossimo del centro residenziale per anziani

In queste ore il Consiglio comunale è chiamato ad esprimersi sul futuro prossimo della casa di riposo (CRA). Come tutti sanno la struttura è stata oggetto dello sgombero di luglio, tant’è che i nostri anziani sono momentaneamente accolti in una struttura “arrangiata”, considerato lo stato d’emergenza. Paradossalmente la struttura in questione è l’ostello della gioventù. La Regione ha messo a disposizione 5 milioni di euro di finanziamenti europei, per superare l’emergenza.

In questo momento non vogliamo entrare nel merito della polemica sulle tempistiche e sulle vicissitudini che ci hanno portato a deliberare in Consiglio all’ultimo minuto, perché è necessario decidere, entro lunedì mattina, se conservare la vecchia struttura ristrutturandola oppure abbandonarla per futuri utilizzi e costruirne una ex novo, ricordando sempre che il Comune ha a disposizione 5 milioni di euro, tra l’altro da spendere entro 36 mesi dalla firma della convenzione.

Le principali opzioni possibili per ospitare 90 anziani, autosufficienti e non, sono state analizzate da una perizia https://goo.gl/SnYvzh effettuata da un pool di ingegneri e architetti. Scenari: 1. la messa in sicurezza, con la sostituzione di tutte le coperte e altre opere di consolidamento per renderlo sicuro agibile. Costo 3 milioni, tempo di realizzazione un anno e mezzo; 2. ristrutturazione pesante, lo smantellamento della struttura, salvando i muri perimetrali, e il rifacimento complessivo. Costo 9 milioni di euro, tempo di realizzazione 3 anni; 3. nuova struttura, che può assicurare tutti gli standard moderni, per la quale bisogna trovare un’ubicazione. Costo 8 milioni di euro, tempo di realizzazione 3 anni.
Il secondo scenario, oltre ad essere molto oneroso, è maggiormente complicato da realizzare, in quanto una ristrutturazione pesante deve, per legge, ottemperare a tutti gli standard moderni.

Le due ipotesi rimanenti hanno vizi e virtù, bisogna perciò valutarle attentamente, avendo come obiettivo principale la buona qualità della vita che potranno vivere gli ospiti anziani, la qualità degli spazi di lavoro degli operatori, tenendo conto dei costi e del tempo necessario per poter riaccogliere gli anziani in una struttura adeguata.

Se la discussione fino a oggi ha visto contrapposti coloro i quali volevano costruirla ex novo a quelli che volevano mantenere la memoria del luogo ed evitare possibili speculazioni, alla luce dei dati oggettivi scaturiti dalla perizia, ci sono maggiori elementi per una scelta assennata.

Il vincolo certo e perentorio è il finanziamento regionale di 5 milioni, perciò l’unica scelta che ha piena copertura e in aggiunta permetterebbe, con i 2 milioni in avanzo, ulteriori interventi di miglioramento come, per esempio, con interventi per garantire la fruibilità degli spazi esterni e del giardino, fino a oggi off limits. La sostituzione delle luci con i led, il cablaggio, il fotovoltaico, la sistemazione della cucina e della lavanderia.

L’ipotesi della nuova costruzione sarebbe possibile solo riducendo le dimensioni della struttura e di conseguenza degli anziani che possono essere ospitati. Ipotizzando un progetto modulare che possa essere ampliato in futuro, quando si recupereranno eventualmente nuovi finanziamenti, con una banale proporzione si può ipotizzare che con 5 milioni, considerati i costi generali, si possano accogliere 48 anziani (3 moduli da 16). Viene spontaneo porsi alcune domande: dove finiranno i 27 ospiti in esubero rispetto ai 75 presenti oggi? Si può basare una scelta nella speranza di ottenere un futuro finanziamento per completare l’opera? Che fine farà il vecchio immobile?

Alla luce delle valutazioni fatte, consideriamo un azzardo, un salto nel buio, sperare in un altro finanziamento a breve giro di posta da parte della Regione per completare l’opera. Considerati, inoltre, i tempi di realizzazione degli interventi, riteniamo obiettivamente più sensato e logico portare avanti il cosiddetto scenario 1, ovvero la messa in sicurezza dell’immobile esistente con interventi migliorativi, questo anche a prescindere dalle legittime valutazioni di carattere affettivo, storico e ambientale.