Un regolamento all’italiana: vago, impreciso e arbitrariamente interpretabile

Il Regolamento sui suoli pubblici approvato la tarda notte del 29 dicembre è stato pubblicato Mercoledì 7 gennaio. Questa è la Delibera con il testo ufficiale scaturito dall’approvazione comprendente i 22 emendamenti proposti all’ultimo momento.
Avevamo già espresso le nostre perplessità prima di andare in aula, poi con due interventi in Consigli Comunale, per un totale di 50 minuti, abbiamo spiegato le troppe pecche, sul metodo e nel merito, che a nostro avviso hanno viziato il concepimento di questo regolamento.
Ora, leggendo cosa ne è venuto fuori, purtroppo abbiamo la conferma di quello che dicevamo.
Volendo fare una veloce disamina del testo cogliamo diversi errori accidentali e formali, come il richiamo a commi e ad allegati inesistenti, vedi ad esempio la tavola A1 cassata da un emendamento ma richiamata più volte nel testo o la planimetria del cosiddetto “Ambito urbano del centro storico” (altre volte chiamato ambiguamente “centro storico”).
Ma la cosa che desta maggiori preoccupazioni sono gli effetti che questo regolamento provocherà. Alcuni punti sono una nebulosa e regno dell’incertezza, come i Progetti d’insieme, indefiniti e capaci di derogare a qualsiasi norma dello stesso regolamento. Come la non individuazione cartografica e la non specificata dimensione delle piazze, nel regolamento viene indicata una percentuale di una dimensione opinabile e discrezionale. O, anche, il suolo pubblico autorizzato nella fascia laterale di sosta a bordo carreggiata, qui al comma 9.h, a parte una confusione dei termini, si autorizzano 25mq (circa 12 metri lineari) indistintamente, senza una proporzionalità tra le dimensioni dei locali richiedenti, consentendo inoltre l’estensione oltre la proiezione prospettica dell’esercizio pubblico e derogando, nello stesso comma, per chi ha più vetrine nel fronte strada, ovvero tutto e il contrario di tutto.
Ci ha colpito l’inversione di rotta nel non rispettare una proporzionalità tra la dimensione del locale e la superficie di suolo pubblico autorizzabile in tutte le aree fuori dal “centro storico”. Infatti al comma 9.j.5 è indicata la misura massima concedibile di 100mq per le attività con un locale almeno di 10 mq. Questo creerà importanti disparità in piazze con più esercizi e rende inutile il discorso fatto sulle premialità, di fatto tutti potranno richiedere e pretendere 100mq. Queste sono solo alcune considerazioni, viste le tante falle si potrebbe continuare.
Fatto questo quadro, immaginiamo possa scaturire solo un peggioramento della situazione esistente. Oggi, come prima di andare in aula, crediamo sia meglio annullare questa delibera.
Nelle more di un nuovo Regolamento, con un’ordinanza sindacale si potrebbero mettere i giusti paletti per normare la stagione 2015.
Di sicuro non possiamo permetterci di sperimentare soluzioni che implicheranno comunque investimenti, gravando su una classe imprenditoriale alla canna del gas, giusto per il gusto di imporre soluzioni maldestre.
Pensiamo sia opportuno ripensare e riscrivere per bene la nuova norma al fine di evitare probabili contenziosi e, soprattutto, garantire regole certe a chi deve o vuole investire nella nostra città.