L’acqua potabile a basso costo… che fine ha fatto?

Il postulato di partenza, vero in assoluto ma spesso ignorato, è che l’acqua è un bene pubblico cui tutti dovrebbero poter accedere. Soluzione: acqua potabile a km zero e ad un prezzo molto ridotto. Una mozione a riguardo è stata presentata dai portavoce in Consiglio Comunale di Alghero, protocollata nel dicembre 2014, discussa in aula nel maggio 2015 è stata approvata. La domanda è: cosa sta aspettando l’Amministrazione comunale del sindaco Mario Bruno a dare attuazione a quanto votato e stabilito?

Altri centri dell’Isola, senza considerare quanto accade oltre Tirreno e oltre confine, hanno attuato politiche che favoriscono l’accesso all’acqua potabile ad un prezzo calmierato e, soprattutto, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle tematiche di sostenibilità. Tematiche tanto care agli amministratori, spesso ostentate ma che, come in questo caso, vengono poi riposte in un cassetto con su scritto “a data da destinarsi”. Con l’aggravante determinata dall’adesione del Comune di Alghero al “Patto dei Sindaci” per la riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra, in aggiunta ad una situazione disastrosa legata alla nettezza urbana che, a maggior ragione, suggerirebbe di accelerare ogni processo, iniziativa, intervento improntato sulle politiche a “rifiuti zero”.

L’individuazione di location utili ad ospitare le “Case dell’Acqua”, distributori di acqua naturale e effervescente refrigerata con bottiglia riciclabile, consentirebbero non solo un facile accesso al bene ad un prezzo congruo, ma limiterebbero la produzione di rifiuti in plastica e i costi di trasporto degli stessi. Basti pensare che ad Alghero il costo annuo di raccolta e trasporto della plastica (700 tonnellate annue) si aggira sui 360mila euro. A ciò si aggiunga che le altre esperienze italiane in tal senso, mostrano come interventi del genere non abbiano alcun impatto sull’arredo urbano cittadino.

Acqua a km zero quindi, ad un costo calmierato (non superiore ai 5 centesimi al litro), con la possibilità per ogni cittadino di riciclare bottiglie di plastica nella piena salvaguardia dell’ambiente con conseguente riduzione di costi smaltimento e trasporto. Una scelta sostenibile, una scelta fatta e approvata dal Consiglio comunale di Alghero che però, colpevolmente, è ancora in cerca d’autore, e d’attuazione.

Questo è solo uno dei tanti casi di “votato e non fatto” riferibili alle prime stagioni dell’Amministrazione comunale Mario Bruno. Ma nel calderone del “promesso e non mantenuto” ci sono una miriade di risoluzioni e mozioni votate e approvate che ancora aspettano attuazione, come quella sull’acqua a km zero e a prezzo calmierato. Casi che ci riproponiamo di analizzare, uno per uno: perché il voto è il voto, e le promesse sono promesse, non chimere.

Una risposta a “L’acqua potabile a basso costo… che fine ha fatto?”

  1. L’acqua potabile a basso costo puó essere solo quella che sgorga dai rubinetti delle nostre case. Perché se una amministrazione (in generale) non riesce a garantirla, per quale motivo dovrebbe riuscire a garantire il funzionamento di distributori speciali? Non ha senso logico che si riesca a gestire un sistema complesso, se non lo si fa con uno piú semplice. A Roma le fontanelle danno da bere a tutti, da secoli e millenni: questo é il tipo di civiltá e progresso cui bisogna tendere.

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